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PAGE \* MERGEFORMAT21 La retorica Carlo Vecce (da Scritture. Per un manuale di comunicazione, Napoli, Dario Morano,2001) La retorica è nata come arte del discorso, nell’ambito di un sistema comunicativo che (al tempo degli antichi Greci) privilegiava la trasmissione orale del messaggio. Finalità della retorica è non solo il ‘dire’, ma il ‘dire bene’, il comunicare in modo da ottenere un certo risultato o effetto nella situazione in cui si svolge l’atto comunicativo. La retorica è presente, in forma naturale e inconsapevole, in ogni momento della comunicazione; quando però i suoi meccanismi vengono riconosciuti, classificati e utilizzati in un sistema, essa diventa arte (per questi due distinti momenti, in inglese, si usano due diverse parole: rhetorics e rhetoric) . Affinché quei meccanismi siano efficaci, non è necessario che il destinatario del messaggio sia in grado di riconoscerli, o abbia lo stesso grado di competenza retorica del mittente; basta che vi sia una comune competenza linguistica. Dall’altro lato, il mittente non è obbligato a dichiarare la sua ‘tecnica’ del discorso, anzi, l’effetto migliore è dato dalla sua dissimulazione, da un’apparente naturalezza del discorso, che ‘commuove’ per sue ragioni interne e necessarie, e non per l’alto grado di artificiosità. Nel corso dei secoli, la retorica, codificata anticamente soprattutto per il discorso orale, ha concentrato il suo interesse su aspetti particolari, funzionali alla situazione comunicativa di una data società in un certo momento storico. La crisi del sistema comunicativo dell’ancien régime portò naturalmente alla crisi della retorica (al culmine di una decadenza iniziata comunque secoli prima, con il dominio delle specializzazioni formali e il distacco dalla realtà sociale e civile), che venne violentemente attaccato dalle ideologie che ponevano in posizione primaria la libertà creatrice dell’individuo, svalutando la tradizione formale: la stessa parola ‘retorica’ assumeva una sfumatura neg